Ai Ministri della Repubblica, ai presidenti delle Camere, alle istituzioni europee, alle organizzazioni internazionali
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di Alessandra Sciurba
È arrivato definitivamente il momento. L’apertura di un corridoio umanitario, così come chiesto dall’appello, promosso da Melting Pot e firmato da tantissime realtà italiane, che in queste ore sta facendo il giro d’Italia, rappresenta il minimo del minimo di ciò che si dovrebbe fare.
Il numero di profughi che raggiunge l’Italia ogni anno dal mare sia meno del 15% del numero complessivo dei migranti che fanno ingresso sul territorio in altri modi. Che più dell’80% dei rifugiati del pianeta sono accolti da paesi confinanti dei vari Sud del mondo, che l’Italia ha un numero di richieste di asilo molto ridotto se confrontata ad altri paesi europei come la Francia o la Germania, che la solidarietà tra membri Ue in tema di immigrazione e asilo non può continuare a manifestarsi soltanto nel gioco del rimpallo di responsabilità dall’uno all’altro nei momenti di “emergenza” (come dopo le primavere arabe) o di condivisione dell’approccio militare verso i migranti. Concludevamo dicendo che “Ridefinire senza ipocrisie i criteri della solidarietà europea in tema d’asilo, spogliandola dalla logica esclusiva del “burden sharing” e arginando le speculazioni economiche e propagandistiche che troppo spesso accompagnano e orientano l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, significherebbe inoltre, nel caso dell’Unione, ripensare anche la qualità politica dell’Unione stessa, e la veridicità del suo proclamato fondarsi, anche in tempo di crisi, sui valori della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani”.
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