Il sociologo a Pistoia riflette sul futuro della solidarietà: «Soluzione alla crisi non può essere consumare ancora di più. La situazione è più grave di quella che avverte l’opinione pubblica…» (…)
La società dei consumi è ostile, avversa alla sostenibilità: stiamo consumando troppo, esaurendo le nostre risorse naturali, e la crisi del debito è proprio la conseguenza dell’orgia del consumo.
Non spendere sopra le nostre possibilità sarebbe un consiglio che darebbe qualsiasi nonna. Soprattutto però ci siamo dimenticati ogni sistema alternativo al modello del consumo per uscire da questa crisi. L’unica risposta che ci viene offerta è quella della crescita del Pil, di tornare a consumare di più. Dobbiamo trovare i mezzi per la felicità umana in modi che non comportino il consumare, consumare, consumare; sembra l’unica cosa che riusciamo a fare.
Occorre piuttosto darsi vicendevole assistenza, perché è l’unica cosa che ci fa sentire più sicuri: sembrerò forse un utopista, ma siamo di fronte ad un prendere o lasciare».
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