Condividiamo questo articolo che ci è stato segnalato, sui “principi non negoziabili”.
Il pensiero debole cattolico è inerme davanti al mondo
Si parla giustamente del “dono della fede”, riconoscendo che la comprensione e l’accettazione della verità rivelata da Dio è possibile solo se Dio stesso, con la sua grazia, dispone i nostri cuori a “voler credere” i misteri soprannaturali, che evidentemente sono credibili ma anche oltremodo impegnativi. Ma non si tiene in sufficiente considerazione che, prima del “dono della fede”, e come condizione di esso, c’è il “dono della ragione”.
Senza la ragione – che Dio dona a ogni uomo, rendendo la creatura umana «immagine e somiglianza» del Creatore -, non sarebbe possibile la comprensione e l’accettazione della verità rivelata da Dio, perché nessun uomo potrebbe entrare in possesso dei praeambula fidei (ossia della premesse razionali della fede, che sono di natura metafisica) e venire a conoscenza dei “motivi di credibilità” (ossia di quei fatti di natura empirica e storica che portano all’evidenza che il Vangelo è credibile e chi lo annuncia è affidabile). Insomma, la verità naturale, raggiunta con la ragione, è il fondamento necessario della verità soprannaturale che ci è proposta con la Rivelazione. Ciò significa che nessuna delle verità che noi cristiani professiamo per un motivo di fede e che costituiscono il dogma e la morale sono indipendenti dalle verità fondamentali – sia metafisiche che morali – che stanno da sempre nella coscienza di tutti gli uomini.