Ciao!
Come approfondimento al tema della crisi economica, propongo questo articolo tratto da Internazionale nr. 816 del 08.09.2009 dal titolo “Un mondo ingiusto”, dove… alla fine di tutto sembra che… per uscire dalla crisi sia necessario…
”superare l’emarginazione e l’atomizzazione del cittadini, per farli diventare “protagonisti” e non solo “spettatori”.
Di tutte le crisi che ci affliggono, il deficit democratico in continuo aumento è forse la più grave.” (Noam Chomsky)
Ancora:
“Non ci preoccupiamo neanche di cercare un modo per contenere la crisi, sia finanziaria sia alimentare.
Lo suggerisce l’autorevole rapporto del Sipri, l’istituto di ricerche sulla pace di Stoccolma, secondo cui le spese militari sono altissime e in continuo aumento. Gli Stati Uniti spendono quasi quanto il resto del mondo messo insieme, sette volte di più della Cina che è al secondo posto. È un dato che si commenta da solo.”
“Anche gli indicatori sociali, che misurano il benessere generale di una società, sono rimasti al passo con la crescita solo fino a metà degli anni settanta. Poi è cominciato un declino che entro la fine del millennio li ha fatti tornare ai livelli degli anni sessanta. La crescita economica ha portato vantaggi a poche persone, soprattutto nel settore finanziario. Nel 1970 la finanza costituiva una piccola percentuale del prodotto interno lordo. Ora la quota è più di un terzo, mentre la produttività si è abbassata e con lei gli standard di vita della maggior parte dei lavoratori. L’economia ha visto nascere una serie di bolle, crisi finanziarie e salvataggi pubblici, che hanno raggiunto picchi senza precedenti. Alcuni grandi economisti l’avevano previsto. Ma il mito dell’“efficienza dei mercati” e della “scelta razionale” ha sempre prevalso.”
“il 2009 potrebbe essere l’anno decisivo per la relazione di noi esseri umani con il nostro pianeta”. A dicembre ci
sarà una conferenza a Copenaghen “per firmare un nuovo accordo internazionale sul riscaldamento globale”. L’accordo ci dirà “se i nostri sistemi politici sono in grado di affrontare la sfida senza precedenti rappresentata dal cambiamento climatico (*)”. (…)
Anche se le nuove tecnologie sono essenziali per risolverli, i problemi vanno ben oltre. Dobbiamo invertire i grandi progetti di ingegneria sociale che gli stati e le imprese hanno creato dopo la seconda guerra mondiale, perché favoriscono un’economia basata sui carburanti fossili che spreca energia e distrugge l’ambiente. (…)
Per dirla in parole povere, se voglio tornare a casa dal lavoro, il mercato mi offre la scelta tra una Ford e una Toyota, ma non tra una macchina e una metropolitana. Questa è una decisione sociale e in una società democratica dovrebbe essere presa dai cittadini. Ma è proprio questo che l’attacco delle élite alla democrazia cerca di evitare.”
Leggi l’interno articolo… interessante, e un po’ provocatorio… un_mondo_ingiusto
(* la quindicesima conferenza ONU sul cambiamento climatico si terrà a Copenhagen – Danimarca dal 07 al 18 dicembre 2009)
Mi piace:
Mi piace Caricamento...