
Da alcuni anni il CNCA ha scelto di svolgere gli incontri dell’esecutivo in luoghi simbolo delle questioni che ci stanno interpellando: in strutture confiscate alle mafie in Calabria, in Lombardia e in Campania, in un campo rom di Roma, al parlamento Europeo di Bruxelles, in una casa di reclusione e nel carcere minorile a Milano, nell’isola di Lampedusa e poi a Tunisi.
È un metodo di lavoro che hanno scelto per consentire di aprire nuovi sguardi su tensioni e questioni che incrociamo nel nostro agire quotidiano, nei percorsi di accompagnamento a persone e situazioni fragili e vulnerabili.
In Grecia sono andati con l’aspettativa di capire meglio l’Europa e le questioni sociali con lo “sguardo da sud”, nel contesto della crisi-fallimento del modello economico fin qui imposto; con l’intento di capire come si ‘genera sociale’ in situazioni critiche come quella vissuta dalla Grecia oggi e come si sta vivendo e affrontando la questione dei migranti, tema che come Cnca era stato affrontato nell’assemblea straordinaria di ottobre 2015, al termine della quale il CNCA aveva preso posizione con il documento Restare umani. Per un’accoglienza diffusa e la dignità delle persone migranti.
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