Venerdì 5 dicembre scorso, durante l’incontro con Abuna Raed sulla situazione israelo-palestinese, c’è stato un’interessante anticipazione sul tema dell’incontro successivo svoltosi lo scorso martedì 9 dicembre, da parte di Giovanni Zambon, giovane di Costabissara.
Dal “vedere la Pace da Oriente”… a “non dalla guerra” per approfondire il tema dell’emergenza profughi che sta vivendo la Giordania.
L’esperienza di Wael Suleiman, nato ad Amman 41 anni fa, direttore della Caritas giordana che purtroppo non è potuto essere presente, ha fatto comunque da filo conduttore della serata.
«È da settant’anni che la Giordania accoglie profughi – racconta Wael Suleiman, raggiunto telefonicamente ad Amman: ha iniziato nel ‘48, con i profughi palestinesi, che hanno cercato aiuto nel nostro Paese anche nel ‘67.
Proprio in quell’anno, per rispondere a quell’emergenza, è nata Caritas. Poi, nel 1982 sono arrivati i profughi dal Libano e nel 1991 quelli dall’Iraq. Ora tocca ai siriani».Le stime più recenti parlano di un milione e 400mila profughi, che arrivano con un ritmo di 200-500 al giorno. «Ma all’inizio della crisi siriana arrivavano anche a duemila al giorno», puntualizza Suleiman.
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