Molti e molto ampi gli argomenti affrontati dal sociologo Bauman durante la sua “lezione” a Vicenza per il festival Biblico.
La spiritualità, il vivere comunitario, il consumismo, la diasporizzazione, collaborazione, le nuove tecnologie di comunicazione…
Qualche spunto, che a distanza di un paio di settimane risuona ancora…
Decodificare il mondo in cui viviamo.
In una realtà odierna in cui il problema maggiore è la solitudine e l’isolamento, ha sottolineato l’importanza del vivere comunitario. Non – giustamente – nelle comunità chiuse, ma nella Comunità e, soppratutto, nella comunità di base per eccellenza, ovvero la famiglia.
La scandalosa perdita di freschezza e di capacità di crescere delle relazioni sociali passate solo attraverso i “social network”.
Questa tecnologia che, proponendo strade sempre più semplici o semplificate porta ad un progressivo allienamento dell’uomo.
Un consumismo in cui (come direbbero i Tiro Mancino) confondiamo il Bene con i beni.
E l’uomo, le relazioni umane, l’amore diventano oggetti di consumo, da usare finchè ci vanno bene e poi gettare.
Mi ha lasciato molti punti di domanda la sua visione della presenza degli immigrati.
Presenza che, secondo Bauman, non è più una presenza “temporanea” (persone che nei prossimi anni/generazioni saranno a tutti gli effetti “come noi”) ma stabile, di persone stabilite nel territorio ma legate alle proprie tradizioni e culture.
Molti i punti di domanda, nei quali si intravedono solidi segni di speranza “costruttiva” e “da costruire”.
Peccato per il poco (purtroppo) il tempo a disposizione. (per il LCA, Paolo A.)
–> vai al video dell’intervento a Vicenza, all’interno del Festival Biblico