Si è conclusa oggi l’esperienza del campo giovani diocesano
di Azione Cattolica in tema socio-politico.
A breve on-line i materiali e… le foto di questa calda, appetitosa,
bella, forte e straordinaria esperienza!
Nel frattempo… un grazie a tutti
per averla resa unica per intensità!!!
Archivio mensile:agosto 2009
Cittadini al quadrato… sono tornati!!!!
Documento finale del week-end sociopolitico Gennaio 2009
“Imprenditori del proprio pensiero”
La Democrazia è cosa troppo seria per essere lasciata nelle mani di poche persone.
Essa è, in ogni tempo, conquista preziosa per tutti, spesso pagata con la vita di molti, e richiede una attenzione continua da parte di tutti affinché possa essere ancora oggi patrimonio collettivo ed eredità preziosa per le generazioni future.
La democrazia è al tempo stesso fine e mezzo per regolare il rapporto tra i componenti di una società e fare sì che essa possa esprimere il meglio delle otenzialità dei singoli.
Da qui la responsabilità individuale, prima che collettiva, del suo esercizio; da qui la sua finalità generale, e mai esclusivamente individualistica, del suo concretizzarsi nelle varie fasi della storia.
La Lettera a Diogneto
Riportiamo il cap. V della Lettera a Diogneto, che ha accompagnato le riflessioni del campo giovani socio-politico “Cittadini al quadrato”
Il mistero cristiano
V. 1. I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. 2. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. 3. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. 4. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. 5. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. 6. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. 7. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. 8. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. 9. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. 10. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi. 11. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. 12. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere. 13. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano. 14. Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti. 15. Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano. 16. Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita. 17. Dai giudei sono combattuti come stranieri, e dai greci perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell’odio.
Per il testo integrale… clicca qui
Segnaliamo i commenti di Enzo Bianchi ”Caro Diogneto” , sono pubblicati su Jesus da gennaio 2009: clicca qui
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Cittadini al quadrato…
… o cittadini alla seconda o cittadini x cittadini … (a seconda dell’interpretazione matematica preferita)
è il titolo del Camposcuola Giovani dell’Azione Cattolica di Vicenza che è in calendario dal 9 al 16 agosto a Roma e dintorni.
I giovani partecipanti hanno accolto una vera e propria sfida: cimentarsi con parole come “politica” e “democrazia”, in una città a forte carica “spirituale” e “istituzionale”, pungolati dalle provocazioni di Lucio Turra e di amici speciali come Agnese Moro, Benedetto Coccia e Marco Iasevoli, sui passi di testimoni d’eccezione come Aldo Moro, Vittorio Bachelet e Paolo VI.
L’assistente don Simone ne approfitterà per un excursus sulla Lettera ai Romani di S. Paolo, mentre il capocampo Andrea F. e gli animatori Beppe, sr. Federica, Claudia, Ivan, Lucia e Serena si occuperanno di tutto il resto!!!
L’LCA è direttamente coinvolto fisicamente, emotivamente, spiritualmente!!!
Augura di cuore buona esperienza e buona fortuna a tutti!!!
Comunità, i volti dell’utopia
Enzo Bianchi, La Stampa, 7 giugno 2009
Il discorso che il presidente Obama ha rivolto all’islam dal Cairo rappresenta una coraggiosa e credibile affermazione della possibilità di ragionare e dialogare in termini di “comunità”, sia questa di natura religiosa – come, appunto, l’insieme dei credenti musulmani – oppure di natura statuale e culturale, come nel caso degli Stati Uniti. Affermazione tanto più preziosa in questa stagione in cui diversi segnali paiono indicarci che la nostra società ha smarrito e fatica a ritrovare il senso della propria identità come collettività, complesso articolato di persone e situazioni che non sono solo giustapposte ma che, consapevoli o meno, formano un unico corpo sociale. Quando, sempre più raramente, non si assiste a continui conflitti verbali, si arriva al massimo a parlare di ricerca di soluzioni “bipartisan”, denotando così uno slittamento non solo semantico dal concetto di “insieme” a quello di convergenza di interessi contrapposti.
L’idea del “costruire insieme” la realtà in cui insieme si abita, la faticosa possibilità di creare una dimensione “terza” che aiuti tutti e ciascuno a riconoscersi appartenenti a un corpo vivente sembra confinata nell’utopia, in un non-luogo che appartiene più a un passato ideale che non a un comune futuro possibile. In questo senso il “nuovo inizio” auspicato da Obama è quanto mai benvenuto.
Il Concilio in parole povere (e in parole di laico ai figli).
Quali i punti fondamentali, dunque, dell’aggiornamento?
da Paolo Giuntella, Strada verso la libertà. Il cristianesimo raccontato ai giovani, Edizioni Paoline, 2004
Come, dunque, un semplice laico cristiano, impegnato nella sua professione e culturalmente immerso nella laicità della cultura contemporanea, può riassumere quelli che sono stati, alla sua percezione e alla sua esperienza, i frutti del Concilio, i punti di non ritorno? Almeno, come appaiono alla sua sensibilità? La ripresa, anzitutto, dell’ascolto dell’umanità. Senza nessuna pretesa di giudizio, quanto piuttosto di compassione, di «patire insieme», di sentire insieme le domande profonde, i dubbi e le speranze dell’uomo contemporaneo. Il passaggio dalla rassegnazione alla speranza, dal «dolorismo» moralista alla gioia della liberazione, alla spiritualità della risurrezione che non esclude la croce ma torna a centrare la debolezza della croce nella forza mite e povera della redenzione. I cristiani non sono più una rigida società perfetta divisa tra gerarchia e fedeli, ma una comunità di redenti, il popolo di Dio. L’affermazione della dignità della Chiesa locale che è fondamento della Chiesa universale.
Una fede da inculturare nelle culture dei popoli e non da imporre secondo la propria cultura europea, occidentale, latina. Il principio di collegialità dei vescovi come cammino di ritorno allo stile della Chiesa primitiva. Ma soprattutto il ripristino della centralità della parola di Dio, della Bibbia, come cuore e fondamento della ricerca teologica, della preghiera, della spiritualità, dell’evangelizzazione e della stessa pastorale. Dunque la centralità della signoria del Cristo e del suo annuncio, nella nudità e purezza della Rivelazione.